MASCHERINA: TENERE O LASCIARE?

Oggi sono entrata in un bar senza mascherina dopo due anni, e mi ha fatto “strano”.
Perché per la prima volta dopo tanto tempo non ho dovuto fare la rituale “danza della mascherina” (o “macarena della pandemia”) che consiste nel toccarsi le tasche, toccarsi i gomiti e toccarsi la orecchie per trovare il dispositivo di protezione ed indossarlo prima di entrare in qualsiasi attività commerciale.
MASCHERINA: TENERE O LASCIARE?
Da settimana scorsa è in vigore la nuova ordinanza ministeriale riguardante l’utilizzo dei dispositivi di protezione.
Finalmente si scorge un barlume di positività, un passo in più verso la fine di un’emergenza sanitaria che ha segnato tutti in maniera indelebile.
Ma non per tutti questo passo è facile e sereno: abbandonare la mascherina è un cambiamento che può comportare ripercussioni su ciascuno di noi in modo diverso.
Come sempre, la popolazione è divisa in due: chi non vedeva l’ora di togliersela e chi invece ha timore e riserve nel farlo.
Perché odiate o adorate, discusse o approvate, evitate o accettate, le mascherine sono entrate a far parte della nostra quotidianità e delle nostre vite per questi due lunghi anni.
E poter stare senza in alcuni luoghi è un grande cambiamento.
Partiamo dal presupposto che ogni cambiamento genera scompenso e porta con sé un certo carico di ansie e paure.
È difficile da affrontare, per chiunque, perché è qualcosa che genera in noi una sensazione di disequilibrio, la rottura dell’omeostasi a cui siamo abituati (anche se non funzionale o dannosa). Nel cambiamento è necessario trovare un nuovo equilibrio, adattarsi a qualcosa di nuovo e questo richiede tempo, impegno ed energia.
Per questo non è facile cambiare un’abitudine di due anni con la quale abbiamo imparato a convivere e all’interno della quale ci siamo sentiti sicuri.
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La mascherina è stata la nostra comfort zone.
Ha rappresentato ogni giorno una conditio sine qua non, dovevi averla sempre con te. E in questi due anni la mascherina è entrata nella lista di cose che si controllava di avere prima di uscire di casa: chiavi, cellulare, mascherina…
Se ne tenevano di riserva in borsa, in auto e in ufficio, perché si sapeva che se te la dimenticavi era un guaio, non potevi entrare in tanti posti, nemmeno per comprare una mascherina.
Senza mascherina non potevi andare a comprare la mascherina.
Era obbligatorio averla, è vero, ma benché sia stata una restrizione, è stata, al tempo stesso, una protezione, ci tranquillizzava, ci proteggeva e proteggeva gli altri.
Con le mascherine ci siamo sentiti al sicuro.
Sono state la nostra coperta di Linus.
Non stupisce, dunque, se ora, in molti percepiscono un senso di vulnerabilità all’idea di togliere la mascherina.
Ma non c’è solo questo dietro la paura di molti di abbandonare il famoso dispositivo di protezione contro il coronavirus.
Alcune persone fanno fatica a separarsi dalla mascherina perché questa può anche essere stata utile per nascondere un difetto fisico che pensano di avere e temono di mostrare.
Nascondendo gran parte della fisionomia la mascherina ha offerto uno scudo dalla paura del giudizio sociale, protezione che ora può essere faticoso lasciar andare.
Toglierla in via definitiva potrebbe essere particolarmente difficile.
Anche in questo caso la raccomandazione è quella di procedere per piccoli passi, misurandosi con i propri tempi e le proprie modalità.
Ci si può adattare a ogni cambiamento, ma bisogna concedersi tempo e modo per farlo.
– Iniziare quando ci si sente pronti.
Il fatto che sia stato stabilito un giorno per dire basta alle mascherine non significa che tutti debbano adeguarsi e toglierla all’istante. Ognuno è libero di mantenere le abitudini che lo fanno sentire tranquillo, senza pressioni, e di prendere decisioni personali per la propria salute. Ricordandosi che non tutti siamo uguali e che ognuno di noi si deve misurare su se stesso;
– Portare sempre con sé la mascherina. Ci farà sentire più sicuri sapere di avere una mascherina a portata di mano, e avere la possibilità di scegliere, a nostra discrezione, se usarla o meno.
– Affrontare per gradi.
Non forzarsi contro il proprio volere, questo potrebbe solo mettere ancora di più in difficoltà e rischiare di scivolare in strategie di evitamento sociale.
Meglio piccoli passi, misurati e moderati, di esposizione graduale;
– Darsi un tempo per accogliere il cambiamento e metterlo in pratica.
Se si è soliti essere restii ai cambiamenti, questo è uno dei tanti. Non cerchiamo di fare tutto subito, rischia di essere controproducente, preoccupiamoci piuttosto di affrontarlo, ma di rispettarci nei modi e nei tempi in questo particolare cambiamento;
– Fidarsi della scienza
Poiché il Comitato Tecnico Scientifico basa le proprie linee guida sulle indicazioni fornite dalla scienza, fidarsi di quello che sostengono gli esperti è il primo passo per rasserenarsi e allontanare gli stati ansiosi.
Sono stati proprio gli studiosi, infatti, a indicare la mascherina come lo strumento primario di difesa dal virus, e se loro stessi adesso sostengono che, in base all’andamento della pandemia, non sia più necessario l’obbligo è importante fidarsi senza farsi prendere dall’incertezza.
– Concludere il ciclo vaccinale.
Se si percepisce una forte paura per il contagio un’altra cosa importante per sentirsi più sicuri, è concludere i vaccini. Questa ulteriore protezione ci aiuterà a rientrare nel mondo senza mascherine con maggiore tranquillità e senso di sicurezza;
– Condividere con persone care questi pensieri e preoccupazioni.
Non sentirsi soli e fuori luogo è molto importante per evitare che la situazione diventi più grave di quello che è. Sono in molti a condividere queste paure, non si è soli, rotti e sbagliati, ma al contrario è una reazione umana e comprensibile.
– Chiedere aiuto e sostegno.
Se ci si rende conto che la paura o l’evitamento stanno prendendo il sopravvento, e non si riesce a gestire la situazione in modo autonomo, è bene rivolgersi a uno professionista.
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[immagine di copertina: Factanza]