ARE YOU AFRAID OF GHOST(ing)?

Era il 2015 quando la pratica di sparire come un fantasma da una relazione prese il nome di ghosting (letteralmente “fare il fantasma”).

Ma non crediamo che prima del 2015 questo specifico comportamento evitante non esistesse.

La pratica di chiudere una relazione semplicemente smettendo di farsi sentire é sempre esistita, ma con le nuove tecnologie e la messaggistica istantanea é un fenomeno che si é diffuso maggiormente diventando sistemico.

Ora come ora é fin troppo facile scivolare in quel tipo di evitamento dato che basta un semplice click per silenziare, archiviare, ignorare o bloccare una persona, e davanti alla paura del confronto, quale sarà la strada che sembrerà più facile?

Terminare una storia può far paura, per questo, proprio come sono soliti fare i bambini che mentre giocano si nascondono dietro una tenda trasparente e pensano di non essere visti dagli altri, i ghoster non si fanno più vedere credendo di cancellare il problema per sé e gli altri, ma così non é. 

Il fantasma (o ghoster), pur di evitare quel fastidioso e spaventoso confronto vis à vis, che lo obbligherebbe a confrontarsi con le proprie emozioni e quelle dell’altr* e assumersi le proprie responsabilità, solitamente opta per un comportamento di fuga.

Tale evitamento ha lo scopo di non affrontare il confronto che fa troppa paura, e rendere l’altro partecipe della propria decisione in maniera indiretta e implicita.

Le motivazioni che spingono una persona a fare il fantasma (ghosting) sono molteplici e differenziate per ogni singolo caso.

Indubbiamente, la facilità del “tirarsi fuori” semplicemente con un click rende questa condotta una pratica sempre più comoda da attuare, é un gesto facile e meno doloroso del dover volontariamente esporsi per comunicare all’altro qualcosa di spiacevole.
Attraverso il ghosting si esplicita la volontà di interrompere la relazione in corso e lo si fa attraverso una non-comunicazione passiva.

Colui che fa ghosting, generalmente, decide di dissolversi nel nulla per paura di deludere le aspettative dell’altro, facendo capire in maniera sibillina che l’interesse si è esaurito.

Ogni comportamento, anche l’evitamento, ha un significato all’interno della vita, dei vissuti e del funzionamento della persona che lo mette in atto.

Sappiamo che dietro a un silenzio improvviso e inaspettato, vi sono motivi diversi: molte persone dichiarano di fare ghosting per evitare il timore di trovarsi faccia a faccia col dolore dell’altro (e col proprio), o con la rabbia dell’altro (venir considerate “cattive persone”). *

La fine della relazione è, in sé, un evento difficile da vivere e dovrebbe essere affrontato, da entrambi i componenti del rapporto,  nel modo più funzionale possibile, tra tutte i modi possibili di chiusura il ghosting é decisamente il peggiore.

É una pratica disfunzionale e da evitare.

Mary Poppins cantava “con un poco di zucchero la pillola va giù”, ma non esiste zucchero per questa pillola, non c’é modo per rendere dolce questa decisione e questa situazione, e questo va accettato.

Sparire non rende più facile e meno doloroso nulla.

Lasciare le cose in sospeso non permette di mettere un punto a una situazione e voltare pagina. È meglio ricevere un duro, ma chiaro “é finita”, piuttosto che non avere più notizie dell’altr* da un momento all’altro.

La mancanza di chiusura è ciò che rende il ghosting una pratica così dolorosa da subire, difficile da accettare, che tiene bloccati in incertezza e dubbi, perché si percepisce ancora la presenza del fantasma vicino a noi, ma non riusciamo più ad entrare in contatto con esso. Vediamo lo status online, le doppie spunte, storie e post, ma é una presenza impalpabile e irraggiungibile.

Sappiamo che si trova dietro la tenda trasparente, ma non ci risponde se lo chiamiamo.

Nella testa della vittima di ghosting, possono palesarsi tanti pensieri di incertezza, di rabbia, di colpa e di svalutazione di sé. E così inizia un logorante tormento interiore (ingiusto)della persona ghostata.

Riconoscere l’esistenza di molteplici ragioni alla base di questo comportamento di evitamento e quali difficoltà ci stanno dietro, è utile per fare in modo che, chi ne è vittima, non si auto-attribuisca la responsabilità del gesto, ma sia consapevole che difficoltà e i limiti appartengono al fantasma.

É il fantasma ad avere paura e a sentirsi bloccato, e quindi ad evitare, non noi a meritarcelo.

 

Il ghosting ci dice tanto di chi lo mette in atto, non di chi lo subisce.

_______________

* [Un sondaggio del 2020 ha dimostrato che il 16% di chi sparisce lo fa per non ferire la persona che sta rifiutando, mentre l’8% lo fa per timore che la persona rifiutata reagisca con rabbia, odio e violenza.

https://journals.sagepub.com/doi/10.1177/0265407520970287#core-collateral-self-citation]